La foto sul camino. Nascita di un culto moderno. Bertrand Mary. “La foto sul camino. Nascita di un moderno cotto “, Parigi, éd. Métailié, 1993 – Persée, foto sul camino – Edizioni Métaily
La foto sul camino
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“La foto sul camino. Nascita di un moderno cotto “, Parigi, éd. Métailié, 1993, 280 p.
Foto del camino
La foto sul camino. Nascita di un culto moderno. Bertrand Mary. “La foto sul camino. Nascita di un moderno cotto “, Parigi, éd. Métailié, 1993
[Rapporto, relazione]
Fa parte di una questione tematica: Europa di risate e blasfemia
Ercker Alain. La foto sul camino. Nascita di un culto moderno. Bertrand Mary. “La foto sul camino. Nascita di un moderno cotto “, Parigi, éd. Métailié, 1993. In: Revue des Sciences socials de la France de l’Est, N ° 21, 1994. Europa di risate e blasfemia. pp. 174-175.
La foto sul camino. Nascita di un culto moderno
“La foto sul camino. Nascita di un moderno cotto “, Parigi, éd. Métailié, 1993, 280 p.
Niente potrebbe essere più banale che scattare una foto, un gesto meccanico che ignora il peso della storia che la implica. Invece della lezione storica tradizionale e talvolta noiosa, Bertrand Maria preferisce prendere il “percorso scolastico” della narrazione, della scrittura, per raccontare la storia dell’arte fotografica dalle origini ai giorni nostri; A rischio di cadere a volte nella trappola del cliché. Cronologia paradamente breve per un’arte che dovrebbe fermare il tempo. “L’arte del ritratto ha iniziato ad avere un destino di massa cento e appena cinquant’anni fa”. Dalla fotografia all’inizio sembra essere il frutto di un malinteso che devia l’oggetto dal suo uso scientifico iniziale verso la vita quotidiana.
Ripercorrere una storia di fotografia significa trovare la storia di un’intera era nella sua dimensione sociale, politica e culturale, a quella dell’architettura contemporanea. Le avventure e le scosse del tempo permerano la sua immagine tanto quanto è stampata sulle prime piastre di metallo.
Bertrand Maria racconta anche la nascita di un culto moderno; moderno nel senso che è un oggetto meccanico, culto per le sue caratteristiche vicine a un atto religioso. L’autore, dal suo vocabolario, riferisce la venerazione, dalla relazione sacra all’immagine come vissuta in quel momento: “i templi” della fotografia per i seminari, gli “ufficiali del rito” per i grafici delle foto. Parla del “fotografo sacerdozio”, i “zelanti ministri di culto”, usa il termine “eresia” per evocare gli oppositori della fotografia. Tra loro-
CI, Baudelaire o Barbey d’Aurevilly, unisciti ai più fernti sostenitori di questo culto con il discorso spirituale. Tuttavia, anche gli oppositori dichiarati della fotografia non sono gli ultimi a indulgere nell’arte della posa. La relazione con la foto è doppia, turbato. L’attenzione prestata alla riproduzione dell’immagine di sé e della sua mostra sono così tante testimonianze significative del fastidio. Dato che c’era tradizionalmente un “angolo del buon Dio”, quindi vediamo un “angolo dell’immagine”. Ma è anche un punto culminante, un modo per mostrare, arrivare alla vista di tutti. Il camino si distingue come il luogo privilegiato “di questo culto visibile e familiare”. Vedremo così gradualmente la foto seguendo i punti di riferimento della famiglia, dalla stazione radio alla televisione, riproducendo le trasformazioni sociali che hanno ripercussioni nello spazio familiare. La foto, come tutta l’arte, è anche un riflesso passivo e attivo del suo tempo. Mostra tanto quanto traduce comportamenti e credenze contemporanei. La foto svolge così un ruolo sociale e politico spesso a sua insaputa, che ha le aspirazioni primarie dell’indivio. C’è un’interazione permanente tra fotografia e società, tra ciò che mostra e ciò che vuole mostrare. Quindi la foto riproduce e determina la gerarchia sociale dalla qualità delle sue riproduzioni, il costo delle foto. Attraverso l’Atlantico, la voga dei portrai fotografici testimonia il loro ruolo nel processo di integrazione e identificazione dei nuovi arrivati. L’autore stesso evoca “la democrazia del ritratto”. La fotografia, accompagnando, vedi precedenti i coloni sulle strade dell’America, partecipando al processo di colonizzazione e integrazione nella società americana emergente. Allo stesso tempo che collega il colono più isolato al mondo civile, si riferisce all’Unione, pone le pietre miliari della colonizzazione in America, diffonde il sentimento di appartenenza nazionale, di un’identità nazionale oltre le clinie culturali e le differenze di emigranti.
L’autore ci fa quindi condividere l’idea che ripercorrere la storia della fotografia equivale a disegnare una storia sociale. Il discorso della fotografia è tanto visibile quanto nella sottostante. La foto si presta al gioco artificiale. Dà l’illusione della cancellazione delle differenze sociali e si avvicina ai leader con i diretti. Illusione che quest’ultimo mantenga per motivi di seduzione delle masse da parte di un’agiografia ufficiale. Oggi parleremmo di “trattare” la sua immagine. With the development of techniques, the use of new materials which reduces both the exposure time, the cost of photographs and allows photographs to escape climatic hazards and confinement in their workshops, the mechanical representation is democratized and becomes accessible even to the most disadvantaged, even più di più l’impressione dell’uguaglianza sociale. Questo è tanto più ovvio della foto, mettendo in scena nei seminari ci immerge ancora di più nel mondo dell’illusione e “trompe-l’oeil”. Ma se la fotografia sembra ignorare le solite distinzioni sociali, non può comunque evacuarle dalle rappresentazioni. Le differenze sociali vengono visualizzate altrove, si rifugiano in dettaglio, come il supporto dell’immagine. Allo stesso tempo appare una standardizzazione della riproduzione da parte di “la banalizzazione dei ritratti” in “formati standardizzati”. “I corpi sono stati presentati con la fessura a fette”. Questo standard, questo conformismo, corollari e battute d’arresto della standardizzazione sociale, va oltre il quadro stesso della fotografia e arriva al punto di ignorare, per bichromy, una realtà più colorata di quella resa, che livella le peculiarità per ¬ larismi predefiniti, sia religiosi che religiosi culturale, regionale, economico e sociale. In questo le immagini dell’epoca sono anche testimoniate al ricercatore in ciò che ignorano, mascherano, coprono. Testano così la strategia di standardizzazione culturale del tempo. La foto è sia riflesso che specchio. D’altra parte, da ciò che mostra, la foto riporta davvero-
Revue des Sciences socials de la France de l’Est, 1.994
La foto sul camino
Sociologo e scrittore, Bertrand Mary è nato a Londra nel 1946. È sposato e padre di due figli.
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